Concorso Piazza Matteotti Querceta
Riqualificazione ambientale e urbana delle Piazze Pellegrini e Matteotti a Querceta
Piazza Matteotti
Ex Casa del Fascio
Piazza Pellegrini
Monumento ai Caduti
Riqualificazione ambientale e urbana delle Piazze Pellegrini e Matteotti a Querceta
Richieste
Il bando di concorso riguardava la riqualificazione di Piazza Matteotti e Pellegrini a Querceta. Per la realizzazione dei render sono stati usati i seguenti software: Archicad per la realizzazione dell’isolato, FormZ per la modellazione degli elementi di progetto e Vue per il render delle immagini finali.
Enrico Bascherini, Guido Bascherini, Angela Neri, Isabella Conti, Orfeo de Angeli, Alessandro Musetti, Sara Violante, Leonardo Solari, Andrea Berti
Il contesto è il palinsesto della storia edilizia dei luoghi. Il contesto nella sua molteplice complessità ha in se un linguaggio edilizio da leggere e comprendere ed il testo da cui bisogna apprendere passa dalla storia. Il contesto deve quindi essere letto; la lettura è la prima esigenza per comprendere il contesto specifico e diventa pentagramma musicale per il progetto. Il territorio costituisce il supporto materiale sul quale, nel corso della storia, si sono impressi e sovrapposti i segni lasciati dall’uomo e gli insediamenti rappresentano, in questa ottica, le strutture antropiche più importanti. In una schematizzazione finalizzata alla comprensione delle regole che hanno generato i processi di antropizzazione, è possibile distinguere alcune fasi nodali che hanno mutato e tracciato il senso dei luoghi , tra cui la Romanizzazione rappresenta il periodo più fecondo. Analizzare Piazza Pellegrini e Matteotti, all’interno del centro di Querceta vuol dire comprendere un più ampio territorio di pertinenza, ovvero l’intera pianura versiliese; termini quali riqualificazione, riappropriazione identificano uno stato di qualità precedente, che nel caso di Querceta non può limitarsi a qualche decennio. Il terririotorio versiliese, di cui Querceta diventa polo, è cosparso ancora di segni e disegni; tracciati, filari, gradonature, permanenze edilizie che dimostrano l’esistenza di un disegno urbanistico latente la cui identità è motivo fondamentale per il progetto.
Il progetto ha in se il senso della storia; se la condizione necessaria per la riqualificazione delle due piazze all’interno di Querceta passa dalla risposta puntuale ad esigenze sociali quali il mercato settimanale, uno spazio collettivo atto a manifestazioni e feste, ovvero esigenze funzionali, quali la percorribilità, il sistema dei parcheggi il sistema pedonale, la basi per articolare tali necessità sono filtrate dalla necessità di dare in primis una risposta identitaria che Querceta non ha. In questo progetto vengono recuperati e trasmessi quei caratteri fisici ed antropici che ancora posso leggersi per frammenti nel territorio quercetano . Un filare di Olivi, un muro in pietra che percorre in senso ortogonale la tessitura dei campi, sono stati i primi interessi per recuperare quel carattere di continuità che la centuriazione romana ha trasmesso e che una accurata lettura ha ritrovato. La piana versiliese è segnata in lungo ed in largo, da segni più o meno marcati; l’Agger, la strada scavata romana, si coglie in molte stradine interne del territorio quercetano dove il filo strada è segnato da un dislivello denominato “Gradone o Ciglione” il cui limite segna la partizione delle strade con i grandi campi interni ed il cui confine è segnato dalla presenza dell’Olivo Quercetano. Piazza Matteotti diviene quindi campo i cui confini sono delimitati da Gradoni o Ciglioni sormontati da filari di Olivi. La strada, posta ad un livello più basso della piazza segna ortogonalmente il campo o piazza fisicizzando quella centuriazione agraria che identifica il territorio. La piazza o Campo si pone in aderenza all’edificio centrale, un sagrato laico che l’attuale strada trasversale ha negato. La piazza diventa un’arce capace di ospitare una molteplicità di funzioni ( teatro, mercato , manifestazioni collettive). L’edificio è rivisitato nelle componenti di facciata, generando un senso urbano attraverso l’adozione di un porticato bifronte con un linguaggio architettonico riconoscibile lontano da modernismi accattivanti che salvaguarda il carattere vincolistico della piazza . L’edificio comunale diviene cerniera tra le due piazze; valutando la qualità degli interni del corpo scala, ancora originali in Marmo e Cipollino si è abbandonata una prima ipotesi di edificio galleria a favore di una passeggiata delegata ai percorsi paralleli la cui dimensione in larghezza assume un ruolo importante. La piazza è disegnata attraverso una maglia materica rettangolare in Pietra del Cardoso e marmo bianco così da definire un campo murato; la Pietra del Cardoso verrà lavorata superficialmente attraverso una gradinatura “media” e le lastre ad andamento ortogonale verranno posate a “correre” con giunti sfalsati. Opposto al palazzo trova ubicazione l’attuale monumento che, ricollocato simmetricamente con la nuova piazza, è impostato su un pronao di pietra calcarea di Porta, posata a secco , il cui sfondo esalta il senso di commemorazione. L’intera composizione crea uno spazio a cui affidare la ritualità del ricordo e del dolore; anche le essenze messe a dimora ( tre cipressi “semprevirens”) fanno da fondale ad un immagine che ispira il ricordo dei defunti e la sempre viva linea Gotica . In maniera simmetrica al monumento sono poste due rampe per l’accesso alla piazza sopraelevata dove è possibile sviluppare in tutta la sua lunghezza il mercato settimanale senza diminuire i posti stabiliti ma incrementarli di qualche unità. La piazza si sviluppa nella parte terminale, verso l’Aurelia, con un parcheggio a cui si accede dalle strade laterali pensate a senso unico, mentre l’innesto tra Aurelia e Piazza viene ripensato con un nuovo disegno della carreggiata che distribuisce la viabilità in entrata ed in uscita e l’accesso agli oltre 100 posti auto regolari. Un monumento di Marmo a forma di portale, introduce il passaggio tra Aurelia e Piazza, un portale aperto che inquadra come sfondo il monumento ai caduti ed il palazzo centrale. Al Monumento di marmo ( il Portale architettonico), la scultura e agli altri materiali impiegati è delegato l’altro aspetto preminente della identità versiliese, la cultura del marmo. Piazza Pellegrini è caratterizzata da una dimensione urbana differente; qui si ripropone una piazza chiusa, uno spazio delimitato da edifici. Il palazzo comunale, ivi, si affaccia con un nuovo porticato che simmetricamente si fa contrada con un nuovo blocco edificato posto a chiusura della Pizza, una loggia polifunzionale. I due loggiati paralleli delimitano uno spazio urbano riconoscibile per dimensione e composizione tipologica la cui funzione , gioco delle bandiere (spazio regolamentare richiesto FIBS 25×30 ml) riecheggia il genius loci di uno spazio urbano riconoscibile con allusioni medioevali a cui la festa più importante di Querceta ( il Palio) si ispira. Ora, arrivato in Piazza Matteotti, passeggio tra i filari di Olivi; questi posti a confine con la strada ribassata disegnano una simmetria agraria; dal campo, segnato da una grafia murata in pietra bianca e grigia sembra rileggere fossi di scolo, quella cultura agraria e militare che ha misurato da sempre il territorio e che da sempre ci appartiene. Adesso sembra riveder i dipinti del seravezzino Viner che mirabilmente coglie il carattere neoromantico di questa terra sincera, tormentato pittore che ci ha lasciato alcune delle più potenti immagini della maestà apuana. Così in mezzo all ‘ Oliver Campo guardo a nord verso l’Altissimo e leggo in una successione di eventi la storia urbana, la storia bellica, la storia culturale ovvero in un solo momento il carattere della Versilia storica.
Modellazione 3D, Rendering, Progettazione